In questo film simbolista, Domenico Natella affronta circostanze
rappresentative prossime alla pornografia.
La storia è ispirata ad un racconto di Felice Turturiello,
che afferma: "quando ho scritto questo racconto ero preda
di una sorta di allucinazione. Pensavo di galleggiare in un’ampolla
nel vuoto assoluto". Natella, già recensito su Drop
out exp. per Hoy no estoy pa' nadie, dà conferma della
sua sanguigna e a volte macabra creatività.
Un viaggio allucinato tra
presente e passato nella mente di Lucrezia, ricca trentenne borghese.
La donna usa corpi di giovani uomini per preservare un rapporto
ideologico e perverso con il marito defunto di cui avverte, però,
la presenza nella casa e nella sua coscienza. Un dolore e un’ossessione
che trasformeranno la sua vita in “una non vita”.
Tra flash back in colore e visioni in bianco e nero, Lucrezia
percorrerà la sua discesa verso una lucida e rabbiosa follia
fino all’ultimo tango con il cadavere del suo sposo.
(dichiarazione dell'autore)
"Il film rappresenta la discesa
agli inferi di un essere umano. È una pellicola simbolista,
con scene molto forti, in cui ogni azione è vissuta come
atto di profonda disperazione di una persona che, privata di tutte
le sue certezze, naviga nel nulla”. (...)
"Felice Turturiello mi consegnò una copia del racconto
e rimasi subito colpito dal titolo, dal suono molto cinematografico.
Il testo, con la sua scrittura surreale, si sposava con la tendenza,
tipica dei miei lavori, ad unire l’atmosfera del sogno e
dell’incubo con quella di una realtà senza speranza.
Il film si è poi evoluto grazie alle tecniche offerte dal
mezzo cinematografico.."
|