Domenico Natella

L’INTERRUZIONE di Domenico Natella



Il lavoro cinematografico indipendente di Domenico Natella da tempo ci ha abituati ad opere dove la dimensione dell’ironia ben si amalgama con una costruzione visiva...


Il lavoro cinematografico indipendente di Domenico Natella da tempo ci ha abituati ad opere dove la dimensione dell’ironia ben si amalgama con una costruzione visiva che sapientemente conosce le dinamiche delle arti e lo spazio di ricerca innovativa determinato dall’avanzamento tecnologico e digitale senza mai dimenticare la logica del racconto e della dimensione emotiva. Centrale per la produzione di Natella il suo cortometraggio d’esordio “HOY NO ESTOY PA’ NADIE” (che vinse l’edizione 2003 del Festival di cinema indipendente FLAMING CREATURES diretto da chi scrive) dove la tragicità del tema è raccontata con un ritmo cadenzato e volutamente ripetitivo che trasporta lo spettatore in uno scenario totalmente reso attraverso lo spazio vuoto, il silenzio e l’anima dolente delle cose. Un cortometraggio d’esordio dove in tanti hanno parlato di matrice alla Almodovar e dove il Natella, al meglio, mette in cantiere la propria tensione espressiva e creativa. Centrale il suo periodo americano dove si confronta con gli statuti produttivi e realizzativi degli USA, senza dimenticare il suo primo lungometraggio dal forte taglio sperimentale (FRAGOLE A MEZZANOTTE) ed una serie di altri lavori audiovisivi che comprendono il videclip (ricordo in particolare il video CITIES AND FACES dei NUDE), lavori di videoteatro e di videodanza.

“L’INTERRUZIONE”
“A tutti quelli che interrompono un pregiudizio” a queste persone è dedicato L’INTERRUZIONE ultimo cortometraggio firmato da Domenico Natella e scritto in collaborazione con l’Associazione Universitaria “René Vivien”. Inizialmente ho parlato di un prodotto cinematografico FORTE E NECESSARIO. Provo a spiegare il perché del ricorso a questi due aggettivi. Un’operazione FORTE in quanto viene affrontato un tema (quello della omosessualità al femminile) in maniera decisamente diretta, senza mezzi termini, senza tormenti retorici o pruderie moralistiche. Un tema che viene definitivamente liberato dall’ancora del tabù e diventa un motore sociale ed emozionale reso con intelligenza e partecipazione da un affiatato cast di giovani attrici. NECESSARIO perché nella nostra società sempre più chiusa e pericolosamente bacchettona diventa sempre più necessario ascoltare le voci differenti, ascoltarne i silenzi, condividere sogni, speranze e visioni. Con L’INTERRUZIONE entriamo all’interno di un mondo dove ansie, paure e voglia di raccontarsi perfettamente si miscelano al flusso narrativo ed audiovisivo ricco per tensione cromatica (è un film che gioca sui rossi accessi, sulla pastosità del colore come calore) e con un’idea di montaggio e dinamica digitale che Domenico Natella ha saputo ben rendere con la sua attenta costruzione registica (resa attraverso split-screen, dissolvenze incrociate e divertenti tagli d’immagine), si tratta anche di un lavoro “meta-cinematografico” (sostanzialmente L’INTERRUZIONE è il racconto del desiderio di realizzare un film) e che è intensamente girato all’interno di un unico spazio fisico… uno spazio dove esplodono contrasti, passioni, conferme affettive, coming out, racconti di vissuti, storie dolorose, storie di consapevolezze, scoperte del proprio mondo e dove si osservano “le identità senza dare sentenze definitive” come precisano gli autori del corto. Ma è anche un film d’amore e d’amicizia, dove l’obsoleto tema della provocazione viene giustamente bandito per portare avanti un racconto che sfida l’intimità e la collettività, e dove il tema dell’amore lesbico viene raccontato con intelligenza e passione.
Dovendo fare dei rimandi ad ulteriori immaginari cinematografici mi piace rievocare:

1) i grandi kammerspiel di Fassbinder (penso in particolare alle LACRIME AMARE DI PETRA VON KANT o ai monologhi dolenti di GERMANIA IN AUTUNNO);
2) mi piace ricordare l’intensa ironia di ALMODOVAR;
3) ed infine mi piace ricordare tutti quei registi che hanno saputo raccontare segreti e forze sorgive del tema omosessuale (un nome su tutti NICHOLAS RAY).


DOTT: Alfonso Amendola

LABORATORIO DI ANALISI DELL’AUDIOVISIVO
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE
UNIVERSITA’ DI SALERNO



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