SCHEDA TECNICA
FRAGOLE A MEZZANOTTE- Corto
sperimentale
(Fraises à minuit – court métrage d’avant-garde)
Director,
screenplay, and indipendent production
DOMENICO NATELLA
Based
upon FeliceTurturiello’s short novel ”Fragole a
mezzanotte”
LIBERAMENTE TRATTO DAL RACCONTO DI FELICE TURTURIELLO “FRAGOLE
A MEZZANOTTE”
Interpreters
LUCREZIA
- MARGI VILLA
OSVALDO
- OLINDO GENOVESE
CLIENTE
1 - FRANCESCO MAGNA
CLIENTE
2 - GIANLUCA DE MARTINO
D.P.
ELENA FEDELI
Gaffeur
MIRKO PETITO
Editing
FRANCESCA SARACINO
Sound
mixage
Daniele De Santis
ORIGINAL
MUSIC
Cesar Benito – White Skulls
Art
director
NATALIA DI FRANCIA
Make
up
FRANCESCA SARACINO
Photo
stills
DOMENICO NATELLA
Dvd
cover graphics
GERARDO GRECO
FORMAT
DIGITAL- COLOR-B/N
ITALY-
2007
Festivals:
-
Cortometraggio in concorso al David di Donatello 2007/2008
-
In Cineraccion 07, Granada, Galeria de rte contemporaneo, Sandunga,
Spagna
-
Clermont Ferrand Film Market, Francia
-
BarCorto, Mediateca, Giffoni Valle Piana, (SA)
DICHIARAZIONE
DEL REGISTA:
Narcisismo, voyeurismo, follia, visionarietà, eros
e thanatos sono ospiti privilegiati di questo nostro banchetto
dove fragole e sangue si mischiano irrimediabilmente.
Il film racconta un’ossessione, quella della protagonista
che non riesce ad accettare il lutto del suo sposo. E’ un
film inquietante e visionario, performativo direi. Un percorso
che vede lo spettatore al pari della protagonista: solo, in preda
alle immagini allucinatorie, ma pur sempre connotate di reale.
Il tempo e il luogo sembrano schiacciare l’esistenza della
protagonista e la visione dello spettatore costretto ad entrare
in un labirinto di emozioni e visioni. L’annullamento di
un tempo progressivo crea una non realtà che è appunto
quella vissuta dalla protagonista. La sinfonia di rumori e musica
ci guida in questo labirinto senza speranza. Il film vuole rappresentare
un viaggio nell’ inconscio, nella memoria e nel “falso
ricordo” di Lucrezia, un percorso nelle sue reminiscenze,
e visioni. Sono sempre stato attratto dalle forme sperimentali
di cinema e da quelle artistiche, più in generale…
e credo che questo film possa racchiudere in sé il mio
amore per le avanguardie artistiche. Il colore ha una forte valenza
pittorica e metaforica. Tramite il colore sottolineo le emozioni.
Si passa dal rosso, al bianco e nero, all’azzurro freddo
dell’immagine televisiva, al verde acido della morte e dell’abisso
sfocato del passato. Ho cercato di rovesciare il cliché
secondo il quale il bianco e nero è sinonimo di flash back.
Lucrezia vive una vita in bianco e nero dopo la morte del marito,,.
che è il suo presente, ma in fondo si tratta, quindi, di
un presente non vissuto, un “non presente”, una non
vita, in questo senso, mi sembra una figura tragica come il vampiro
di Murnau e come lui ha perso la fede in Dio. Non c’è
spazio per i sentimenti per questa donna, così come gli
incontri sessuali che sono sfogo e rituale di una perversione
mentale, piuttosto che di un incontro erotico soddisfacente per
le due parti. O meglio si tratta di un altro tipo di esigenza,
nata dalla paura e dal trauma. I clienti ci offrono la visone
di “uomo moderno” indebolito e vittima di una spaventosa
figura femminile castratrice. L’uomo, in questo film, è
morto (e così Dio), così la sua umanità ed
essenza, e la vera Lucrezia rimane intrappolata nello specchio
in cui come una moderna e femminile versione di “Dorian
Gray” cerca e confronta il suo essere, la sua identità.
OSSERVAZIONI SUL FILM “Fragole a mezzanotte” del critico
FRANCESCO D’EPISCOPO
Le osservazioni che emergono dopo la visione del film
riguardano soprattutto la sua tecnica, il suo montaggio e, direi,
anche la sua purezza. Nel senso che le persone e le cose hanno
un valore quasi autonomo rispetto alla realtà e alla stessa
esistenza. Un rapporto importante, mi sembra di capire, quello
tra la vita e la morte. Grande tema al quale non ci si può
sottrarre è, quindi, la voglia disperata di trattenere
la vita nonostante la morte, ma anche la consapevolezza di questa
grande difficoltà. E poi, magari, qualche altra osservazione
che riguarda l’entità degli oggetti i quali continuano
a vivere e a morire nonostante noi. Ci sono molte scene che si
soffermano su questo tema, e poi è presente una ricerca
che è evidentemente di carattere prettamente artistico,
nel senso che, gli oggetti acquistano la propria identità
profondamente autonoma e assoluta. Inoltre, una ulteriore peculiarità
è rappresentata dalla ricerca dello sguardo e, forse, da
quella dello specchio che, in qualche modo, cerca di moltiplicare
le immagini e le anime. Ed alla fine, ritengo, non sia assolutamente
lei a prostituirsi ma, paradossalmente, sono gli uomini che diventano
degli strumenti nelle sue mani per cercare di trovare qualche
brandello di carne, di corpo e di vita. La regia evidentemente
è tutto questo… Si tratta di un’opera sperimentale:
è evidente. Un’opera che si presta ad essere in qualche
modo “impopolare”, nel senso che è, come diceva
il regista, una sfida, un’opera che non risponde a dei principi
commerciali, e a principi di comunicazione, direi di circuito
“normale”, è un lavoro di grande ricerca e
di forte espressività e quindi un lavoro che sfida lo spettatore
perché ovviamente lo spettatore comune, in apparenza, non
vi trova quello che si aspetterebbe da una comunicazione filmica,
per così dire “tradizionale”, ma questa è
sempre stata la sfida di tutte le sperimentazioni e le avanguardie
OSSERVAZIONI SUL FILM di ROSSELLA NICOLO'
Il film racconta con un linguaggio decisamente nuovo, lo stato
emotivo di un'esistenza femminile dominata e sconvolta da fantasmi
che si aggirano nella zona piu' oscura e sommersa di una memoria
metamorfica. Il rapporto della protagonista con la realtà
e' alterato, il significato delle cose trasformato, il suo mondo
popolato di immagini oniriche. Nelle sequenze sceniche gli oggetti,numerosi
e "barocchi", assumono valenze allegoriche,oscillando
tra tonalità mistico-estatiche a tonalità passionali-erotiche
, confondendosi con le espressioni somatiche che specularmente
riflettono desideri e stati di angoscia fluttuanti tra desiderio
e razionalità. Anche il reale assume valenza simbolica
aprendo allo spettatore un universo crepuscolare ricco di vibranti
percezioni tattili, visive, musicali che si confondono tra specchi,
rubinetti cromati e piccoli idoli che colmano l'atmosfera di sottili
rivoli di angoscia. E' lontana , la realtà coinvolgente
del giorno, impossibile il riposo e l'oblio della mente. Nelle
visioni notturne si diffonde un'orogenità che passa non
tanto sulla figura femminile, cosi' volutamente imperfetta nelle
sue fattezze, quanto su quelle maschili, alludenti alla dimensione
desiderante, e gli conferiscono quella carica, quella intensità,
quella tensione erotica che si placa solo nella realizzazione
allucinatoria.
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